Benjamin Samuel Bloom è uno studioso statunitense molto conosciuto in ambito magistrale per la sua famosissima piramide dell’apprendimento, frutto di anni di studi e ricerche insieme a un formatissimo team del settore educazionale.
Definiva infatti attorno al 1960 i 6 diversi livelli che l’apprendimento può raggiungere nella mente umana, al più alto grado dei quali ovviamente corrisponde una competenza assoluta della materia.
Ma imparando, comprendendo, applicando, analizzando, sintetizzando e valutando questa tassonomia, due allievi di Bloom la rividero in un’ottica del XXI secolo, dimostrando che arrivati alla valutazione c’era un altro step: la creazione di qualcosa di nuovo fondato sulla piramide stessa della conoscenza.
Sintesi e valutazione si uniscono perché quasi imprescindibili l’una dall’altra, e lasciano spazio al valore più importante dell’apprendimento: quello creativo, che mette in moto nuove forme di conoscenza che dovranno studiare i posteri.
Per questo Steve Wosniak era il numero uno in programmazione ed elettronica, perché era lui stesso l’innovatore.
E per lo stesso motivo Elon Musk in pochi anni è diventato uno dei massimi esperti di astronomia e di tutto ciò che riguarda Marte.
In conclusione l’apprendimento è importante e utile, ma non lo è davvero finchè non lo utilizziamo per superare noi stessi.